Tempo di frenesia ed agitazione quassù sulla collina delle Nazioni Unite, altrimenti sempre silente e pacifica e perfettina.
C’è persino traffico. Anzi, altro che traffico, c’è proprio l’ingorgo costante ostinato tipo il lungotevere il sabato sera...
Fatto è che ci sono improvvisamente sbarcati i 6000 (sì, seimila) delegati della conferenza internazionale sul Climate Change. Quella che in teoria dovrebbe cercare di aggiustare gli sfacelli del Protocollo di Kyoto, e vedere di trovare un modo in cui i paesi più poveri (che già c’hanno i loro problemi) non abbiano anche le alluvioni, i tornadi, la siccità, la desertificazione da affrontare.
Ok, questo ce l’hanno già, perchè come al solito sono tutti arrivati un po’ tardi, e ci sono volute almeno tre quattro estati infernali ed autunni tiepidini seguiti da inverni gelidi ed inondazioni primaverili su scala planetaria per convincere la comunità internazionale che OK, climate change is happening, after all.
E ci sono davvero buone possibilità che stavolta siamo stati noi a causarlo.
Anyway, la Conferenza dura 10 giorni, vengono Kofi Annan ed Al Gore (prometto che mi apposto tipo fan-di-madonna e mi faccio fare la foto con Kofi Annan ;) ) e sembrerebbe anche –da voci di corridoio- che perfino gli americani collaboreranno (sono in 60, for god’s sake!)
Tra le cose davvero degne di nota, il ricevimento di apertura ieri sera, in pura grandeur UN, con un numero impossibile di invitati ed altrettanta quantità di cibo ed alcohol.
In realtà la cosa davvero divertente di questo genere di cene è vedere il fantastico mix delle donne Masai (in rappresentanza dei popoli indigeni) ballare con la delegazione diplomatica giapponese in distintissimo tailleur e completo blu.
Prometto però che da domani faccio la seria e provo ad andarmi a sentire un paio di interventi.
1 comment:
ciao ceci! ke belle le foto con te che sembri stare proprio bene!
goditela tutta!
tanti baci
mble
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