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Wednesday, April 11, 2007

Pink Hippos


La mia pasqua è trascorsa tra scimmie ed ippopotami, piuttosto felice.

Abbiamo affittato una macchina con incluso autista e ci siamo diretti verso il lago Vittoria, con tutto un bel tragitto in mente... INCAUTI wazungu! Che fanno il conto dei chilometri come se si andasse in gita a bracciano e sottovalutano lo stato penoso delle strade kenyane, che per fare quei maledetti 350 km ci abbiamo messo più di 10 ore!

Ma vabbè, nonostante i chili di polvere e la fatica, siamo arrivati, abbiamo fatto l’escursione pasquale nella foresta tropicale (vedi foto) e poi ci siamo goduti una giornata di meritato riposo in piscina in un posto fantastico sul lago vittoria.
Ci siamo persino alzati tutti nottetempo, svegliati da versi animaleschi mai uditi prima, convinti che avremmo trovato gli ippopotami fuori dalla tenda, e scoprendo invece che era solo un’orgia dei cani da guardia...

Il lago però è molto bello ed esotico, con un sacco di fiori e insetti assurdi, e distese e distese di giacinto d’acqua, che sarà pure una catastrofe ecologica, nel senso che è proliferato così tanto che sono morti i pesci e si sono fermati i traghetti, ma è pur sempre una pianta bellissima con dei fiori viola fantastici..

Sono stata bene, ed ho persino mangiato l’agnello alla brace (che –bella forza- è il piatto nazionale kenyano) il giorno di pasquetta.

E i miei due appassionati lettori? Cosa hanno fatto?

Wednesday, April 04, 2007

Mitumba

La scorsa domenica sono andata al mercato dei vestiti usati.

In realtà – in Africa- tutti i mercati vendono solo ed unicamente vestiti usati. Anche incredibilmente usati, si direbbe quasi stracci.. chè in pochissimi si possono permettere di comprare vestiti nuovi, ed allora questo è l’unico modo di non averli tutti nudi come mamma li ha fatti adornati solo di perline.

Al mercato, ci sono andata con le amiche. Cinque bianche un po’ arrossate dal sole in mezzo a cumuli di magliettine e camicette e vestitini. Un po’ cretine, a vederle da fuori, in overdose da shopping sfrenato, che da queste parti ce n’è così poco l’occasione che quando capita quasi si perdono i freni inibitori.
Un po’ ridicole, anche. Sicuramente divertenti.

Le donne africane non fanno così. Non si esprimono in gridolini-da-camicetta e sono quasi sempre in giro da sole. Questo perchè comprare vestiti usati in Kenya (ed in moltissime altre parti di questo continente) è ancora considerata una vergogna. E così, quando ho chiesto alla mia collega dove trovasse tutte quelle belle gonne che indossa sempre, lei ha fatto la faccia scura, e si è guardata la punta delle scarpe, ed ha detto che quelle dei negozi, no, non se le poteva permettere e così le comprava di “mitumba”, vale a dire usate.

Ora, letteralmente la traduzione di mitumpa è “balle di vestiti”, ma la sua radice viene dal verbo “gettare via”, e dunque “cose gettate via”.
Bene, devo ammettere che è sorprendente le cose che noi occidentali buttiamo via e che arrivano (dopo lunghe e avventurose peregrinazioni) sui banchi dei mercati africani. Il nostro bottino è stato infatti veramente ragguardevole, e tutto delle migliori marche, inclusi una serie di cappelli da matrimonio di un famoso cappellaio inglese.

E così cinque cappelli a tesa larga, e cinque paia di occhiali da sole se ne sono andati in giro per ore, tra gli sguardi un po’ attoniti dei commercianti kenyani, che davvero non capivano cosa ci fosse da essere fieri.

Beh, facciamo così: la prossima volta che fate il cambio di stagione, pensatemi, che dove credete che vadano a finire tutti i vostri scarti?

Thursday, March 29, 2007

Ricominciamo

TA DA! Su il sipario. Riapre il mio blog.

Ricomincia.

Anche se non esattamente da dove vi avevo lasciati, che nei miei giri europei un sacco di cose sono successe, ed anche un sacco di decisioni sono state prese, delle quali vi farò presto il resoconto con calma.

Nel frattempo a Nairobi nulla è mutato (e vorrei vedere, d’altronde dopotutto sono stata via solo un mese). Sono tornata a vivere a casa della simpatica coppia indiana, che ha lo straordinario vantaggio di avere una cucina attrezzata con macchina del caffè, la televisione grande, la cameriera ed il giornale la mattina a colazione (eh, la servitù..) .. e questo è stato un bene, dato che mi ero davvero stufata di situazioni precarie (e di colazioni senza il caffè).
In più, visto che si avvicina a grandi passi la stagione delle pioggie (quella vera, quella con le piogge torrenziali) avere un tetto robusto sopra la testa non guasta.
E poi, visto che la mia vita sociale ha subito un brusco arresto dovuto alla partenza di tutte (o quasi tutte) le persone che conoscevo, avere la televisione è un gran vantaggio ;)

Devo ammettere che –a caldo, tornata dall’ italia- la vita qui mi sembra un po’ angusta, e soffro molto del non poter andare liberamente in giro e comincio a notare tutte le cose che NON ci sono, tipo le librerie, i cinema, i negozi etc etc..
Nel frattempo (udite udite) vado in palestra (che quella almeno c’è e funziona, thanks recreation centre of the UN) e lavoro.

Ecco, il lavoro.... stanno cambiando un sacco di cose ed è momento di grande rimescolamento di carte e –in pratica- nessuno mi si fila.. Il che potrebbe anche non essere un problema se non fosse che in queste settimane io non posso lavorare per conto mio ed avrei bisogno di qualcuno che mi desse un attimo retta. Ma tremano poltrone, e la nave –se non affonda- imbarca provvisoriamente acqua e tutti sono molto impegnati a tirarsi su i calzoni perchè non si bagnino..

Beh, staremo a vedere...

Se poi tutto va male, ho sempre la scelta delle piastrelle del bagno che mi attende!

Sunday, February 18, 2007

valigie

L’amica valigia rossa e’ di nuovo li’ che mi aspetta con I suoi automoventi 35 kili.. speriamo che sorrida molto e si faccia bella al check in, che altrimenti col cavolo che me la fanno salire.. Probabilmente dovra’ di nuovo subire l’umiliazione dell’infame targhetta HEAVY, che si sa, e’ assolutamente risentita da tutte le valigie di un certo rango..

Oggi a Nairobi c’e’ una di quelle gloriose giornate rare anche per il clima africano di sole splendente e cielo blu senza nemmeno una nuvola, col vento fresco e tutti i verdi splendenti..
Domani atterrare a Londra (11-8 e cielo ostinatamente nuvoloso) sara’ un gran trauma…
Anche perche’ non ho il cappotto ed ho solo le scarpe di pezza.. e tutti i miei vestiti non arrivano dal deposito prima di mercoledi’…Vabbe’.. mi sa che staro’ a casa e guardero’ Londra dalla finestra..

Out-of-Africa fa una piccola pausa di 5 settimane nelle quali la sottoscritta scorrazzera' per l'Europa..
(anche se magari qualche post ogni tanto potrebbe anche capitare… mi ci sono affezionata, al blog..)
A presto!

Monday, January 01, 2007

proud

Ecco, questo l'ho scritto io per le News di IRIN:
UGANDA: IDPs unlikely to meet deadline to vacate camps

:)

Aggiunta: ok, non io da sola.. come sempre in questo tipo di pubblicazioni altre due persone ci hanno messo le mani... però la sostanza rimane la mia..

Aggiunta 2: beh, evidentemente lo avete letto proprio tutti, perchè oggi mi è arrivata una mail che dice che è il sesto più letto di questa settimana. yuppie. :) I am very very proud now..

Sunday, December 24, 2006

Ventiquattro


Devo dire che la vigilia di Natale all’equatore non fa esattamente lo stesso effetto che a casa.
Fuori c’è il sole a picco e le palme e l’unica concessione al Natale è un tizio tutto nero vestito da Babbo Natale che si aggira per il supermercato e proferisce degli “Oh Oh” da far accapponare la pelle.

Nonostante la deprecabile assenza di consona ambientazione, noi ci apprestiamo comunque a fare la cena di Natale.
Che devo dire si preannuncia divertente, visto che a tavola siamo 12 di 12 diverse nazionalità, e l’accordo è che ciascuno fa un piatto del suo paese.

Il menù che ne risulta:

- antipasti svedesi

- tacchino canadese

contorni honduregni
qualcosa di inglese ma non ho idea di cosa
insalata tedesca
apple pie america

tiramisù (sull’opportunità o meno di fare un tiramisù ai tropici conoscete già la mia opinione, ma vabbè mica potevo fare la guastafeste.)

Più piatti a sorpresa per gli altri paesi.

Un po’ mi manca il cocktail di scampi e la spigola delle zie (a proposito, mi aspetto almeno un commento con il menù della cena ;) ) ma per quest’anno sopravviverò.

Poi domani alle sei del mattino monto su un pullman e inizio la lunga tradotta verso la Tanzania e Zanzibar (dove non credo che arriverò prima del 26), che un po’ di mare proprio me lo sono meritato.

BUON NATALE.

Saturday, November 25, 2006

Il supermercato

E’ buffo come tutto quanto cessi molto presto di essere esotico e quanto ci si abitui in fretta a quello che ci circonda. Sotto un’altro punto di vista è incredibile come la routine, e la necessità che abbiamo alla routine, sia dura a morire.
Così dopo un po’ (e forse per fortuna, che non so se mi piacerebbe davvero svegliarmi tutti i giorni in un posto nuovo e strano e che non capisco..) tutto torna dopotutto “normale” e prevedibile ed abitudinario.

Prendiamo ad esempio il supermercato. Io con i supermercati ho un rapporto sociologico.
Me lo ha insegnato mio padre che quando ci portava in vacanza in luoghi più o meno esotici ci obbligava anche alla visita del supermercato locale, sostenendo che era molto più educativo che visitare la basilica. (non so quanto quest’ultima affermazione fosse dettata dalla scomodità e dalla noia del visitare basiliche, nonchè dalla fame, più che da effettivi intenti educativi).
In ogni caso io ho scoperto con gli anni che mio padre aveva ragione. Nulla è più illuminante del supermercato. Non solo sulle persone che ci circondano, ma soprattutto su noi stessi e sulle nostre abitudini.

Dopo la Standa, l’Oviesse, gli alimentari napoletani, e Tesco, ora il mio supermercato si chiama Nakumatt e vende tutte cose delle quali –la prima volta che ci sono entrata- non riuscivo assolutamente a discernere l’utilizzo...

Prima riflessione: incredibile come al giorno d’oggi la maggior parte delle funzioni d’uso siano legate non più ai nomi, ma alle marche. Ad esempio, non più detersivo, ma Dixan, non più yogurth ma Danone etc etc. Nel momento in cui Danone non è in commercio, diventa difficile riconoscere lo yogurth o il detersivo per i panni.

Seconda riflessione: l’occidentale medio (dunque me) vive in un mondo con determinati valori di riferimento che ha faticosamente costruito nel corso di una vita.
Danone è meglio di Vipiteno che però è meglio di Granarolo. Sainsbury è meglio di Tesco ma nulla è come Waitrose e via dicendo..
In questo la pubblicità a l’adverisement in generale hanno un ruolo cruciale. Ora, veniamo a qui, dove di pubblicità ce n’è pochissima, soprattutto per quando riguarda i prodotti alimentari e casalinghi in genere.

Devo dire di aver passato minuti di imbarazzo di fronte allo scaffale dei detersivi (una varietà sorprendente, tra l’altro) senza sapere quale detersivo fosse “meglio” comprare. Educata da 25 anni di pubblicità comparativa e molto spesso menzognera mi sono ritrovata a chiedermi quale –tra i detersivi- meglio si confaceva al mio stile di vita, al mio ruolo sociale etc etc...

Alla fine ho comprato un detersivo prodotto in Kenya, non di importazione, ed ho deciso che l’autoctonia era un buon criterio..

Terza riflessione: Nella maggior parte dei casi, quando si entra in un supermercato in un nuovo Paese, ma ancor di più in un nuovo continente, la prima impressione è che non ci sia niente di commestibile. Questo accade un po’ perchè –privati delle marche cui siamo abituati- non riusciamo nemmeno più a riconoscere il pane in cassetta, un po’ perchè naturalmente il cibo in vendita è funzionale ad un’altra cucina e ad altre abitudini alimentari. Ci vuole sempre un po’ a capire cosa si possa mangiare e come vada processato il cibo.Con gli anni ho imparato che nessuna delle ricette italiane che conosco è praticabile fuori dall’Europa (esclusa l’Inghilterra, che va considerata anche culinariamente fuori da Shengen), per ovvia mancanza di materie prime e per la povera qualità dei surrogati (nonchè per il fatto che –nel caso si riesca a trovare del prosciutto- esso costa come due stipendi di un maestro di scuola).

Così tutte le volte che cambio paese devo rinventarmi una cucina. In Inghilterra andava bene il genere Turco-Libanese-Siriano, qui in Kenya paradossalmente il Thai viene benissimo.Vattela a pesca come mai, ma si trovano senza problemi tutti gli ingredienti necessari per la cucina thailandese (o almeno il poco che io ne conosco).

Dunque mangio un sacco thailandese. Anzi, ancora più strano, cucino un sacco thailandese.

Se non fosse che tutti si aspettano da me che io faccia le lasagne e non i Pad Thai Noodles. Bah. Le lasagne. Come se io avessi la minima idea di come si fanno le lasagne, a tutte le latitudini.
Una proposta, ve ne prego: dopo il DOC e il DOP facciamo una normativa anche per il PLAP, Il Prodotto dalla Latitudine Protetta. Niente lasagne sotto il tredicesimo parallelo. Niente mozzarella a nord di Greenwich. Please.

Thursday, November 16, 2006

L'undicesimo trasloco

Quello di ieri è stato l’undicesimo trasloco in otto anni. Per virtù della specializzazione ed ottimizzazione connaturata all’evoluzione della specie umana e delle sue attività, io oramai trasloco portando tre valigie.

Il che è essere diventati incredibilmente efficienti.

Solo che devo ammettere di essere un po’ stufa di essere così efficiente e mobile. Che nemmeno Mary Poppins andava in giro così tanto e con così poche valigie..

Nel frattempo tutte le cose che possiedo sono sparse in due differenti paesi europei in due differenti depositi in due differenti posti in venti diverse scatole.

Io mi sa che sarei un po’ stufa di questa ascetica rinuncia al superfluo, e sogno soffitte ingombre di cianfrusaglie intrasportabili, ed un armadio di quelli a 12 ante dove finalmente poter fare “il-cambio-di-stagione”, ricordo d’infanzia di quando non si cambiava casa ogni stagione, ma solo scomparto dell’armadio...

Tuesday, November 07, 2006

Climate Change

Tempo di frenesia ed agitazione quassù sulla collina delle Nazioni Unite, altrimenti sempre silente e pacifica e perfettina.

C’è persino traffico. Anzi, altro che traffico, c’è proprio l’ingorgo costante ostinato tipo il lungotevere il sabato sera...

Fatto è che ci sono improvvisamente sbarcati i 6000 (sì, seimila) delegati della conferenza internazionale sul Climate Change. Quella che in teoria dovrebbe cercare di aggiustare gli sfacelli del Protocollo di Kyoto, e vedere di trovare un modo in cui i paesi più poveri (che già c’hanno i loro problemi) non abbiano anche le alluvioni, i tornadi, la siccità, la desertificazione da affrontare.

Ok, questo ce l’hanno già, perchè come al solito sono tutti arrivati un po’ tardi, e ci sono volute almeno tre quattro estati infernali ed autunni tiepidini seguiti da inverni gelidi ed inondazioni primaverili su scala planetaria per convincere la comunità internazionale che OK, climate change is happening, after all.

E ci sono davvero buone possibilità che stavolta siamo stati noi a causarlo.

Anyway, la Conferenza dura 10 giorni, vengono Kofi Annan ed Al Gore (prometto che mi apposto tipo fan-di-madonna e mi faccio fare la foto con Kofi Annan ;) ) e sembrerebbe anche –da voci di corridoio- che perfino gli americani collaboreranno (sono in 60, for god’s sake!)

Tra le cose davvero degne di nota, il ricevimento di apertura ieri sera, in pura grandeur UN, con un numero impossibile di invitati ed altrettanta quantità di cibo ed alcohol.

In realtà la cosa davvero divertente di questo genere di cene è vedere il fantastico mix delle donne Masai (in rappresentanza dei popoli indigeni) ballare con la delegazione diplomatica giapponese in distintissimo tailleur e completo blu.

Prometto però che da domani faccio la seria e provo ad andarmi a sentire un paio di interventi.

Ah, le foto di ieri sera sono sul blog Foto-DI-Me (link qui o sulla colonna a destra)

Thursday, November 02, 2006

le buone maniere

E’ arrivato il momento di ringraziare i miei (e mia madre in particolare) per avermi insegnato le buone maniere, che finalmente ho scoperto ieri a cosa servono (beh, su, meglio tardi che mai..)

Ieri sono stata invitata a tradimento a questa cena super formale a casa di uno dei diplomatici dell’ambasciata, con tavola imbandita da una selva di bicchieri e almeno sette posate da ogni lato del piatto, che i miei poveretti commensali anche loro sono un po’ sbiancati quando ci siamo seduti a tavola e tutti guardavano il padrone di casa perchè cominciasse a mangiare di modo da sapere qual’era la forchetta giusta...

Insomma, chi mi conosce sa che io sono capace di rovesciare bicchieri e tazzine da caffè anche se sono praticamente incollati al tavolo, e dunque apprezzerà il fatto che sono riuscita a condurre impeccabilmente tutta la cena di sette portate senza morti e feriti e senza versare nemmeno una gocciolina d’acqua.. ne vado molto fiera.

La mondanità cittadina è comunque, lo ripeto, quanto di più bizzarro si possa riuscire a trovare. Non spiacevole però, solo un po’ lontano da tutto quello a cui si è abituati e a cui si è esposti se si vive in un posto come roma...

Tuesday, October 31, 2006

Social Life

Devo dire di essere molto sorpresa dal fatto che ho conosciuto molte più persone a Nairobi in 4 settimane che non a Londra in due anni...

Non ricordo di aver quasi mai avuto una vita sociale così intensa.

Non so esattamente perchè, però mi sono fatta qualche idea sulla socialità lontano da casa.

Dunque, innanzitutto quando uno va da solo in un posto molto diverso da casa propria, tende in qualche modo ad apprezzare di più i suoi simili. E la categoria dei simili si estende improvvisamente a tutta una serie di personaggi con i quali considereremmo di non avere nulla a che fare, fossimo in europa o tanto più in italia.

Secondo poi, la vita libera da impegni che non siano lavorativi vuol dire un sacco di tempo libero dalle sei del pomeriggio in poi. E –a parte me- sono in pochi quelli che lo passano a leggere il libro...

Aggiungete che la vita notturna di Nairobi è limitata nella scelta, ma comunque molto viva (e relativamente economica, fatta eccezione per i dannati tassisti purtroppo obbligatori anche per fare 500 metri) ed avrete una lunga lista di inviti e cene ed attività sociali.

Io poi ho recentemente scoperto di avere più amici e conoscenti in questa parte di mondo (east and horn of africa) che non a Londra o persino a Roma..

Tanto per cominciare ci sono tutte (o quasi) le mie compagne/i di università di Napoli, così geograficamente rappresentate: Nairobi (2), Mauritius (1) Eritrea (1) Uganda (1) Congo DRC (1) Sudan (2) Tanzania (2) Zanzibar (3).

Niente male, eh?

Così, una volta scoperta l’assoluta (o relativa) prossimità geografica, abbiamo deciso di fare LA RIMPATRIATA DI NATALE! E dunque ad un certo punto monteremo sugli autobus chi può, su gli aerei del World Food Programme chi proprio sta sperduto, e ce ne andremo a fare il pranzo di natale a ZANZIBAR! Tutti quanti insieme come da tradizione..

(però prometto che mando le cartoline ed i regali a tutti lo stesso)

Thursday, October 26, 2006

casa nuova

Uh, ce l’ho fatta! Mi sono finalmente trovata un altro appartamento, in cui mi trasferisco a vivere dal 15 novembre con la mia attuale compagna di casa, che si chiama Mathilde, è simpatica ed è francese.

Il posto è bellissimo, anche se piuttosto minuscolo (ci sarà COMUNQUE posto per gli eventuali ospiti, ci tengo a precisarlo) ed è la dependance di una grande villa col giardino.

Lo so lo so che alla fine vi sembrerà che io sia diventata piuttosto spoilt, sempre a vivere nei posti di lusso, è solo che non è colpa mia se le Nazioni Unite le hanno messe sulla collina dei ricchi e dunque se non si ha una macchina non c’è praticamente altro posto dove vivere...

Insomma, mi sacrifico e vado a vivere ad UN Close n. 49

Monday, October 23, 2006

city





Uh che bello oggi sono finalmente riuscita a farmi un giro per il centro della città e ad abbandonare la mia perfettina collina-UN.
Nairobi è proprio bella. Cioè, bella magari non è proprio l'aggettivo adatto, ma pure, c'è per le strade un'atmosfera bella e viva e la gente è indaffarata e abbastanza festosa e fa un sacco di folla..
mi piace un sacco.
mi piace anche che nessuno fa caso al fatto che sono bianca.

le foto non sono di oggi, che come al solito tirare fuori la macchina fotografica non è proprio sempre un'ottima idea da queste parti, però servono a darvi un'idea.

Friday, October 13, 2006

appartamenti ed altre mondanità

Post brevissimo, sul finire del venerdì pomeriggio, prometto racconti più esaustivi nel weekend..

Infinita è la ricerca di posti dove stare ed appartamenti in affitto nella mia vita.

Condannata alla liason dangereuse con agenti immobiliari e padroni di casa ad ogni latitudine...

Siccome la casa dove sono ora non è per sempre, mi sono messa a cercare un appartamento in quel di Nairobi, scoprendo che –ahime- una maledizione incombe sul flat hunting e lo rende la più tediosa e frustrante delle attività umane..

Però ho avuto modo di vedere un altro pezzetto della città (solo quartieri residential però) e –anche se ancora niente casa- sono soddisfatta.

Finalmente, anche grazie alla collaborazione di Kristine (che ringrazio, qualora mai leggese), sono riuscita a conoscere dei Kenyani e a liberarmi un pochetto di questa fastidiosa folla di espatriati con cui si è condannati ad avere a che fare alle Nazioni Unite..

Sono andata a cena fuori, e stasera me ne vado ad un concerto all’Alliance Francaise.. Sono contenta, sono soprattutto una donna senza più il mal di denti, e questo makes me feel like “one hundred dollars” ;)

Tuesday, October 10, 2006

americani


Nel blog delle foto (trovate il link qui accanto a destra) ho messo le foto “serie:-cosa-vedo-dalla-mia-finestra).

Questa qui invece richiedeva due righe di commento:

le vedete tutte le casette nella foto? Come sono belle le casette tutte uguali col prato all’inglese i campi da tennis i tetti rossi.... proprio belline davvero...

beh, sono anche disabitate da circa 5 anni.

E quando ho scoperto perchè ho anche capito come mai ci sono sempre dei kenyani che si fermano sulla strada da dove ho scattato la foto e dicono tutte cose tipo mumble mumble sgrunt e non sono affatto contenti.

Eh sì, perchè le casette sono davvero uno scandalo, e per un motivo preciso: le ha fatte costruire l’ambasciata americana per metterci tutto il personale e fare una di quelle cose atroci tipo “tutti americani dietro i cancelli alti e le reti elettrificate marameo marameo non ci prendete”.

Poi, una volta finite di costruire, uno degli addetti alla sicurezza è andato a farsi un giro e si è fermato nel punto da dove è stata scattata questa foto ed ha pensato: “ma certo come sarebbe semplice per un cecchino mettersi qui e giocare al tiro al bersaglio col personale diplomatico che gioca a golf.... ma certo come sarebbe facile lanciare una granata etc etc..” ed ha scritto un rapportino dicendo no no no assolutamente non si può vivere lì.

E così le case sono rimaste vuote.

Nemmeno le affittano, perchè sono l’ambasciata e non una letting agency.

E così sono rimaste a fare il monumento allo spreco e allo sperpero ed anche io adesso faccio sgrunt tutte le volte che ci passo davanti.

Monday, October 09, 2006

ascesso

UH. e ci mancava il mal di denti.
Mi è venuto un ascesso. Sono andata dal dentista.
altro che carie. mi ci vorranno almeno tre sedute per risolvere la faccenda.
almeno è un po' meno costoso che in Italia.

però non vale...
tra l'altro mi fa un male cane..

e sono un po' triste e disappointed. uffa.

Thursday, October 05, 2006

a caso

Ora sono un po’ al punto che se non mi fate le domande io mi perdo nelle 700 cose nuove che mi succedono e non so più cosa raccontare....

Che –per carità- è pure una condizione esistenziale piuttosto invidiabile a dire il vero..

Solo che poi è difficile fare i racconti ordinati.

Vado un po’ a caso:

- Il main compound delle Nazioni Unite è così grande che ci vuole più di mezz’ora ad arrivare dall’ingresso agli ultimi edifici in fondo. Nel mezzo, oltre al viale con tutte le bandiere, ci sta un immenso parco e –dio li fulmini- un numero sconsiderato di stagni artificiali...

Ma come –dico io- tu lavori all’UNEP, alla FAO o al WFP, stai lì tutto il giorno a fare la predica al resto del mondo che è cattivo perchè non dà abbastanza soldi per aiutare i poveri bambini con gli occhioni colpiti dalla siccità, e poi ti affacci alla finestra e c’hai lo stagno artificiale con le ninfee e gli innaffiatori a spruzzo per tenere il prato verde???!!!

- Mi devo trovare un appartamento: prima lo faccio e meglio è. Ho scoperto che –se possibile- trovare casa qui è quasi peggio che a Londra, dato che il raggio di “abitabilità” si estende per circa un paio di colline e punto. Anzi, a stare a sentire la sicurezza UN, c’è praticamente una sola strada dove è possibile abitare senza incorrere in pericolo gravissimo..

Forse ho trovato una casa bella nelle WestLands, ora devo capire un attimo i coinquilini però... Eh, quasi lo rimpiango, Gumtree...

- Mi dicono che un computer funzionante il giorno stesso in cui arrivi è una specie di miracolo, oggi la stampante ha dato forfait ma intanto c’è ed è già qualcosa. Mi hanno messo sulla scrivania un telefono muto. Quando ho chiesto come mai, e come mai non funzionasse, mi è stato detto che intanto cominciano a metterli e poi uno alla volta li riparano.Battendo ogni record di efficenza, efficacia ed impiego delle risorse umane, domani avrò anche un badge magnetico. Mi dicono che quest’ultimo, ottenuto in soli 4 giorni, sia un record imbattuto.

Tutti sono gentilissimi. E però tutto è lentissimo. Questo lo dico per coloro che magari hanno mandato un’application sette mesi fa ed hanno perso le speranze. Beh, coraggio, sette mesi sono nulla..

Le domande, su su dai, fatemi le domande.... :)

Tuesday, October 03, 2006

Spaesamento

Velocemente, i termini dello spaesamento:

qui in ufficio sono tutti bianchi e quelli che fanno i lavori da “manovalanza” tutti neri. (il cameriere, la cuoca, la segretaria, il commercialista...)

Non solo tutti bianchi: praticamente è una piccola enclave di cittadini britannici :)

mi vengono i sensi di colpa tutte le volte che tiro lo scarico del water che se ne vanno belli belli 15 litri d’acqua per una sola pipì e invece mi rendo conto che per la stessa quantità la gente cammina mezze giornate...

non sono ancora riuscita a vedere altro che la collina delle nazioni unite, vivo alla fine di UN Crescent, e faccio la spesa al supermercato accanto all’ufficio.

Poi mi incammino a casa in mezzo a viali alberati pieni di fiori e di guardie armate.

Ho dovuto memorizzare sul cellulare i numeri di almeno 4 differenti agenzie di sicurezza, inclusa la polizia diplomatica.

Per il resto è -naturalmente- tutto bellissimo.

Monday, October 02, 2006

entusiasmo

01-10-06 19:28 PM

Allora, questo post si intitola ENTUSIASMO con tutte le maiuscole.

Le ragioni sono le seguenti:

- la casa dove sto –sebbene non sia proprio l’ideale (comunque è casa di qualcun altro) è quantomeno bella, pulita e comoda (tipo nemmeno 5 minuti a piedi dall’ufficio)

- le persone con cui lavoro sono simpatiche e carine e gentili, e mi hanno portato fuori a pranzo :) e a vedere l’ufficio.

- L’ufficio è anche in un gran bel posto e –cosa non da poco- posso andarci ogni volta che voglio anche durante i weekend o la sera o whenever (e questo lo dico per coloro che si preoccupavano tanto sul come contattarmi) e fare un po’ quello che voglio.

- Oggi giornata bellissima di sole, ancora non ho visto nulla di Nairobi, dato che siamo andati a mangiare letteralmente a due passi da dove vivo, ma proverò a rimediare il prossimo weekend e darmi un po’ a fare del turismo.

Stasera vado a letto contenta.

arrivo


01-10-06 12 AM

Nairobi è una città incredibilmente piena di alberi.

Ciò nonostante ieri, quando sono arrivata, mi sono ricordata qual’è il tratto distintivo di tutte le città africane in cui sono stata: la puzza.

Il controllo sulle emissioni dei gas di scarico delle automobili è infatti argomento assolutamente sconosciuto e dunque dalle auto esce qualsiasi cosa.

I più sembrerebbe che gli abitanti di Nairobi che possono permettersi la macchina siano molti, e dunque ho trovato un interminabile ingorgo “festivo” ad accogliermi J sulla strada di casa.

Pare che succeda spesso.

Questo è il motivo per cui i quartieri residenziali sono praticamente costruiti in mezzo alla foresta tropicale e sulle colline lontane dal centro.

(o forse la puzza ed il traffico sono solo un alibi e come al solito la vera questione è che i ricchi vogliono vivere tutti insieme raggruppati lontani dai poveri e pagare tutti insieme la polizia affinchè li “protegga”).

Sulle colline ovviamente vivo anch’io, anche se sul fronte “accommodation” ci sono stati un po’ di problemi e dunque l’appartamento che all’IRIN avevano trovato per me è stato invece affittato all’ultimo momento da un altro dipendente (che sta molto più a lungo di me e guadagna molto più di me e dunque la padrona di casa non ha avuto dubbi...)

Io sono stata così messa in una casa fichissima a pochi minuti a piedi dall’ufficio, dove i padroni di casa affittano le stanze per gli “appena arrivati” alle Nazioni Unite.

Posso stare qui per circa un mese, e nel frattempo vedremo di trovare un altro appartamento. In realtà non mi lamento, che la sistemazione è davvero super-lusso e c’è addirittura la cameriera che porta il giornale la mattina a colazione..

Solo che a vivere nella villa sulle colline non si capisce proprio nulla del posto in cui si è, e così appena capisco un po’ più dove mi trovo e come funzionano le cose mi sposto..

Anche perchè da qui quasi non sembra l’africa. Sarà che io le volte precedenti sono sempre andata a stare in posti molto meno di lusso, ma il fatto di avere la doccia fichissima, calda, con tantissima acqua sempre, da tutti i rubinetti, persino dallo scarico del water (di quest’ultima cosa, credetemi, c’è da rimanere davvero stupiti...) mi lascia davvero perplessa...

Anche perchè poi leggi il giornale e scopri che in realtà nel resto del paese c’è la siccità quella brutta da circa sei mesi, e la situazione è tale che contano circa 15 morti a settimana per conflitti sull’accesso all’acqua ed ai pascoli nelle provincie del Nord.

Insomma, non è che mi manca il pozzo con le rane :) , però l’abbondanza fa un certo effetto, quando avviene nel bel mezzo dell’assoluta scarsità—

Per il resto fuori c’è un sole stupendo, è tutto verdissimo e –come al solito- molto molto esotico. Ora mi metto la crema e me ne vado a leggere il libro in giardino.

Poi ad un certo punto mi vengono a raccattare e mi portano un po’ in giro, così poi vi racconto.