Tuesday, October 31, 2006

Social Life

Devo dire di essere molto sorpresa dal fatto che ho conosciuto molte più persone a Nairobi in 4 settimane che non a Londra in due anni...

Non ricordo di aver quasi mai avuto una vita sociale così intensa.

Non so esattamente perchè, però mi sono fatta qualche idea sulla socialità lontano da casa.

Dunque, innanzitutto quando uno va da solo in un posto molto diverso da casa propria, tende in qualche modo ad apprezzare di più i suoi simili. E la categoria dei simili si estende improvvisamente a tutta una serie di personaggi con i quali considereremmo di non avere nulla a che fare, fossimo in europa o tanto più in italia.

Secondo poi, la vita libera da impegni che non siano lavorativi vuol dire un sacco di tempo libero dalle sei del pomeriggio in poi. E –a parte me- sono in pochi quelli che lo passano a leggere il libro...

Aggiungete che la vita notturna di Nairobi è limitata nella scelta, ma comunque molto viva (e relativamente economica, fatta eccezione per i dannati tassisti purtroppo obbligatori anche per fare 500 metri) ed avrete una lunga lista di inviti e cene ed attività sociali.

Io poi ho recentemente scoperto di avere più amici e conoscenti in questa parte di mondo (east and horn of africa) che non a Londra o persino a Roma..

Tanto per cominciare ci sono tutte (o quasi) le mie compagne/i di università di Napoli, così geograficamente rappresentate: Nairobi (2), Mauritius (1) Eritrea (1) Uganda (1) Congo DRC (1) Sudan (2) Tanzania (2) Zanzibar (3).

Niente male, eh?

Così, una volta scoperta l’assoluta (o relativa) prossimità geografica, abbiamo deciso di fare LA RIMPATRIATA DI NATALE! E dunque ad un certo punto monteremo sugli autobus chi può, su gli aerei del World Food Programme chi proprio sta sperduto, e ce ne andremo a fare il pranzo di natale a ZANZIBAR! Tutti quanti insieme come da tradizione..

(però prometto che mando le cartoline ed i regali a tutti lo stesso)

Saturday, October 28, 2006

mondo


ecco, ho trovato questo sito dove si può fare una mappa personalizzata di tutti i posti dove si è stati..
io per ora ho visitato solo il 6% del pianeta. dunque, nononostante le apparenze, non sono poi andata tanto in giro :)

Thursday, October 26, 2006

casa nuova

Uh, ce l’ho fatta! Mi sono finalmente trovata un altro appartamento, in cui mi trasferisco a vivere dal 15 novembre con la mia attuale compagna di casa, che si chiama Mathilde, è simpatica ed è francese.

Il posto è bellissimo, anche se piuttosto minuscolo (ci sarà COMUNQUE posto per gli eventuali ospiti, ci tengo a precisarlo) ed è la dependance di una grande villa col giardino.

Lo so lo so che alla fine vi sembrerà che io sia diventata piuttosto spoilt, sempre a vivere nei posti di lusso, è solo che non è colpa mia se le Nazioni Unite le hanno messe sulla collina dei ricchi e dunque se non si ha una macchina non c’è praticamente altro posto dove vivere...

Insomma, mi sacrifico e vado a vivere ad UN Close n. 49

Monday, October 23, 2006

city





Uh che bello oggi sono finalmente riuscita a farmi un giro per il centro della città e ad abbandonare la mia perfettina collina-UN.
Nairobi è proprio bella. Cioè, bella magari non è proprio l'aggettivo adatto, ma pure, c'è per le strade un'atmosfera bella e viva e la gente è indaffarata e abbastanza festosa e fa un sacco di folla..
mi piace un sacco.
mi piace anche che nessuno fa caso al fatto che sono bianca.

le foto non sono di oggi, che come al solito tirare fuori la macchina fotografica non è proprio sempre un'ottima idea da queste parti, però servono a darvi un'idea.

Saturday, October 21, 2006

compleanno

E’ un po’ presto, ma rispondo qui a coloro che si chiedevano cosa mandarmi per il mio compleanno..La risposta è che a Nairobi non c’è molto da comprare, e che –d’altra parte- in questo momento non mi serve nulla in modo particolare...

In più i pacchi si perdono, il corriere costa una follia, e –soprattutto- (e questo lo dico per non sembrare troppo affetta da un sospetto attacco di buoni sentimenti) io avrei voglia di meravigliosi vestiti estivi e costumi da bagno ma ahime mi sa che in italia e UK si trovano solo maglioni di lana al momento.. e dunque nisba..

Così ho pensato che magari, se proprio vi va di farmi un regalo, potete fare una donazione (a mio nome o vostro, come preferite) ad una delle seguenti organizzazioni.

FORWARD Foundation for Women’s Health Research and Development

(per le donazioni basta andare sul sito e seguire il link “donate” e poi usare la carta di credito) Le donazioni a questa organizzazione finanziano una campagna e dei progetti contro le Mutilazioni Genitali Femminili.

Oppure

AIDOS Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo

Versamento sul conto corrente postale n. 76622000, intestato a: AIDOS, Via dei Giubbonari, 30, 00186, Roma.

Qui potete scegliere tra due progetti (a seconda di quale scegliete, quella è la causale del versamento)

1) Fondo per il diritto allo studio di bambine e ragazze dei Bastee (Slum) di Kolkata

2) Manuale di formazione per promuovere l'abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili


Qualche informazione in più, così sapete cosa state finanziando e perchè (beh, oltre al fatto che lo fate per fare un regalo a ME perchè mi volete bene).

Le Mutilazioni Genitali Femminili (dal sito di Amnesty italia)

Sono almeno 135 milioni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le ragazze e le bambine che hanno subito mutilazioni sessuali e ogni anno se ne aggiungono altri due milioni. Le MGF sono praticate soprattutto in Africa e in alcuni paesi del Medio Oriente (Egitto, Yemen Emirati Arabi). Vi sono anche casi di mutilazioni in alcune parti dell’Asia, nelle Americhe e in Europa - compresa l’Italia - all’interno delle comunità di immigrati.

Cosa sono

Esistono tre tipi di mutilazioni genitali: la clitoridectomia in cui viene tolta tutta, o parte della clitoride; l’escissione che consiste nella asportazione della clitoride e delle piccole labbra; l’infibulazione, la forma estrema, che prevede oltre alla clitoridectomia e all’escissione, anche il raschiamento delle grandi labbra che sono poi fatte aderire e tenute assieme, così che, una volta cicatrizzate, ricoprano completamente l’apertura della vagina, a parte un piccolo orifizio che servirà a far defluire l’urina e il sangue mestruale.

Il tipo di mutilazione, l’età delle vittime e le modalità dipendono da molti fattori tra cui il gruppo etnico di appartenenza, il paese e la zona (rurale o urbana) in cui le ragazze vivono. Nel Tigrai la mutilazione viene praticata sette giorni dopo la nascita, in altre zone alla prima gravidanza, ma nella maggior parte dei casi l’età è compresa tra i quattro e gli otto anni.

Perchè

I motivi che portano a praticare le mutilazioni sessuali possono suddividersi in cinque gruppi.

Identità culturale: in alcune società, la mutilazione stabilisce chi fa parte del gruppo sociale e la sua pratica viene mantenuta per salvaguardare l’identità culturale del gruppo.

Identità sessuale: la mutilazione viene ritenuta necessaria perché una ragazza diventi una donna completa. La rimozione della clitoride e delle piccole labbra - "parte maschile" del corpo della donna - sono indispensabili per esaltare la femminilità, spesso sinonimo di docilità ed obbedienza.

Controllo della sessualità: in molte società vi è la convinzione che le mutilazioni riducano il desiderio della donna per il sesso, riducendo quindi il rischio di rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Non si ritiene possibile che una donna non mutilata si mantenga fedele per propria scelta. Nella pratica, le mutilazioni sessuali riducono la sensibilità, ma non il desiderio, che dipende dalla psiche.

Credenze sull’igiene, estetica e salute: le ragioni igieniche portano a ritenere che i genitali femminili esterni siano "sporchi". In alcune culture si pensa che i genitali possano continuare a crescere fino ad arrivare a "pendere" tra le gambe, se la clitoride non viene recisa. Alcuni gruppi credono che il contatto della clitoride con il pene di un uomo ne causerebbe la morte; altri che se la clitoride toccasse la testa del neonato, durante il parto, esso morirebbe.

Religione: la pratica delle mutilazioni genitali femminili è antecedente all’Islam e la maggior parte dei musulmani non la usano. Tuttavia nel corso dei secoli questa consuetudine ha acquisito una dimensione religiosa e le popolazioni di fede islamica che la applicano adducono come motivo la religione. Il Corano non parla delle mutilazioni, esistono solo alcuni hadith (detti attribuiti al Profeta) che ne fanno cenno. In un di essi si racconta che Maometto vedendo praticare una escissione abbia detto alla donna che la praticava: "Quando incidi non esagerare, così facendo il suo viso sarà splendente e il marito sarà estasiato". A conti fatti le mutilazione genitali vengono praticate anche da cattolici, protestanti, animisti, copti e falasha (ebrei etiopi) nei vari paesi interessati.

Cosa si può fare (aggiungo io)

Come avrete capito la questione è complicata. D’altronde la barbarie e la violenza mascherata da tradizione culturale non ha alcun senso e non deve essere scusata. Le cose da fare purtroppo non sono molte. Credo che l’educazione sia una risposta. Educare (nel senso di mandare a scuola) le donne è sempre una buona idea nel mondo.

E’ stato studiato che le donne istruite, anche solo per un paio di anni più delle loro coetanee, fanno meno figli, li allevano e li nutrono meglio (tassi di mortalità infantile e malnutrizione inferiori nei bambini figli di questo gruppo, controllando per reddito), hanno più possibilità di non contrarre l’Aids, di non venir violentate dai mariti, di mandare a loro volta a scuola i figli e le figlie etc etc.... e lo stesso vale per le mutilazioni genitali.


Thursday, October 19, 2006

kui

Ora vi racconto la storia di Kui, la mia amica kenyana che mi ha adottata benchè io sia bianca pallidissima ed è un sacco gentile con me.

Questa storia è anche per provare un po’ a spiegare come ci si sente alle volte ad essere europei in Africa, e quanto pesa –non tanto il colore della pelle, anche se alle volte vorrei avere della vernice nera a portata di mano- quanto quello che noi europei facciamo e decidiamo nel comodo delle nostre case e dei nostri parlamenti senza più di tanto pensare a quello che poi succede fuori, delle nostre decisioni.

Kui ha la mia età, è nata in Kenya, ha vissuto in Senegal e in Costa d’Avorio, parla tre lingue, ha studiato legge in Inghilterra.

Poi è tornata in Kenya, ed ha trovato un lavoro alle Nazioni Unite.

Fico, si dirà.

Beh sì, solo che a Kui il Kenya non piace per niente. O, meglio, magari le piace pure, ma certo le piacerebbe anche andare da qualche altra parte.

Ieri sera eravamo a casa sua a bere una birra, e a parlare del fatto che alle volte sembra che la vita non va da nessuna parte e nulla succede e bisognerebbe proprio cambiare aria...

E allora io mi sono resa conto che a lei, che è in tutto e per tutto come me, anche meglio di me, se non per il suo passaporto, io non potevo dire: “beh dai, puoi sempre andare via e vedere se da qualche altra parte succedono cose migliori” che è quello che faccio io di solito quando mi accorgo che ho proprio bisogno di aria e rinnovamento...

Eh no, invece, niente aria e rinnovamento per Kui.

Che con un passaporto kenyano non c’è davvero verso di andare da nessuna parte, nemmeno a fare del turismo, nemmeno per andare a rimorchiare i brasiliani in spiaggia a Rio (fantasie da femminucce). Semplicemente l’europa e gli stati uniti sono off-limits, punto. E se proprio volete vedere com’è fatta l’america, potete sempre guardare Friends in televisione.

Ed il problema non sono nemmeno tanto i soldi che Kui dovrebbe dimostrare di avere in banca per avere un visto (una cifra spropositata, tra parentesi), quanto l’umiliazione di vedersi trattare come una sorta di mendicante fuori dalla porta. A qualcuno giustamente educato con l’orgoglio della sua classe sociale, semplicemente non va giù l’idea di fare la fila fuori da un’ambasciata, sotto il sole, dalle sei del mattino, con le guardie di sicurezza che pascolano la folla come se fosse pecore, e dover sostenere un’intervista (un’intervista??) per venire a roma a comprare la riproduzione di gesso del colosseo, e lanciare la monetina nella fontana di Trevi.

Non mi volete? Beh allora ciao grazie tante. Questo pensa Kui ed un sacco di persone come lei, che perfettamente si rendono conto dell’assoluta ingiustizia, dell’orribile razzismo delle leggi europee sull’immigrazione (ma poi, perchè immigrazione? Mica ci vogliono restare, credetemi... ) ma anche si rendono conto di non poter far niente per cambiarle.

Così, mentre ero lì che mi mordevo le labbra per non dire “beh coraggio puoi sempre andare da qualche altra parte”... (che sarebbe davvero stato di cattivo gusto ed ahimè, è quasi sempre di cattivo gusto quando ci si rivolge a qualcuno con un passaporto africano) mi sono immaginata alla rabbia assoluta che avrei provato io se sottoposta simile trattamento, alla frustrazione ed anche al risentimento...

Ed è così che –quando spiego a Kui che voglio provare a fermarmi qui un po’ di più e a trovare un lavoro qui- le vedo ogni tanto un sorrisetto tirato sulla faccia, da colei che pensa (giustamente) che io posso andare e venire e stabilirmi a mio piacimento, posso anche impunemente “rubare” il lavoro a centinaia di Kenyani educati e bravi quanto me, mentre lei, che è brava brillante e capace, non può nemmeno immaginare di andare a cercare un lavoro a Londra.

Poi, siccome credo di starle simpatica, sorride e mi dice “Yes, don’t worry, you’ll find it, and it will be good...”

Insomma, alle volte vorrei sotterrarmi per la vergogna. Per non aver pensato abbastanza, per non aver protestato abbastanza, perchè posso andare e venire sempre a mio piacimento, ma che gusto c’è se –facendolo- poi devo lasciare le persone migliori che trovo?

Monday, October 16, 2006

turismo



e allora lo confesso, sono anch'io andata a fare del turismo in questo paese bellissimo... e così mi sono ritrovata in un fichissimo furgoncino senza tetto a fare le foto agli animali nel Lake Nakuru National Park, essendo quest'ultimo il luogo che ospita tutti quei fenicotteri rosa che guardavo incantanta nei documentari da bambina...







Saturday, October 14, 2006

il mio lavoro

È arrivata finalmente l’ora di spiegare un po’ io esattamente cosa ci faccio qui e come ci sono finita così tanto lontano..

Allora, io sono a Nairobi per lavorare per 4 mesi all’Analytical Unit dell’IRIN (oscuro acronimo –come nella migliore tradizione del sistema UN- che sta per Integrated Regional Information Network) che è uno degli organi di stampa delle Nazioni Unite, finanziato in particolare dall’OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs). Dunque quello che facciamo qui è fornire notizie ed analisi più o meno sui conflitti e le catastrofi (avvenute o in fieri) in Africa e in Asia.

Il sito, che a questo punto dovete andare a vedere è www.irinnews.org

Io mi occupo di un progetto che durerà tre mesi,che si intitola Youth and Violence, e farà parte degli “special reports”, detti anche In-Depth, che trovate sul sito...

In pratica scrivo e faccio interviste e –se sono fortunata- mi mandano anche un po’ giro a vedere dal vivo cosa succede..

Mi rendo conto che non sono troppo brava a spiegare queste cose, mi sa che non si capisce bene.. cmq, sempre meglio di nulla...

Friday, October 13, 2006

appartamenti ed altre mondanità

Post brevissimo, sul finire del venerdì pomeriggio, prometto racconti più esaustivi nel weekend..

Infinita è la ricerca di posti dove stare ed appartamenti in affitto nella mia vita.

Condannata alla liason dangereuse con agenti immobiliari e padroni di casa ad ogni latitudine...

Siccome la casa dove sono ora non è per sempre, mi sono messa a cercare un appartamento in quel di Nairobi, scoprendo che –ahime- una maledizione incombe sul flat hunting e lo rende la più tediosa e frustrante delle attività umane..

Però ho avuto modo di vedere un altro pezzetto della città (solo quartieri residential però) e –anche se ancora niente casa- sono soddisfatta.

Finalmente, anche grazie alla collaborazione di Kristine (che ringrazio, qualora mai leggese), sono riuscita a conoscere dei Kenyani e a liberarmi un pochetto di questa fastidiosa folla di espatriati con cui si è condannati ad avere a che fare alle Nazioni Unite..

Sono andata a cena fuori, e stasera me ne vado ad un concerto all’Alliance Francaise.. Sono contenta, sono soprattutto una donna senza più il mal di denti, e questo makes me feel like “one hundred dollars” ;)

Tuesday, October 10, 2006

americani


Nel blog delle foto (trovate il link qui accanto a destra) ho messo le foto “serie:-cosa-vedo-dalla-mia-finestra).

Questa qui invece richiedeva due righe di commento:

le vedete tutte le casette nella foto? Come sono belle le casette tutte uguali col prato all’inglese i campi da tennis i tetti rossi.... proprio belline davvero...

beh, sono anche disabitate da circa 5 anni.

E quando ho scoperto perchè ho anche capito come mai ci sono sempre dei kenyani che si fermano sulla strada da dove ho scattato la foto e dicono tutte cose tipo mumble mumble sgrunt e non sono affatto contenti.

Eh sì, perchè le casette sono davvero uno scandalo, e per un motivo preciso: le ha fatte costruire l’ambasciata americana per metterci tutto il personale e fare una di quelle cose atroci tipo “tutti americani dietro i cancelli alti e le reti elettrificate marameo marameo non ci prendete”.

Poi, una volta finite di costruire, uno degli addetti alla sicurezza è andato a farsi un giro e si è fermato nel punto da dove è stata scattata questa foto ed ha pensato: “ma certo come sarebbe semplice per un cecchino mettersi qui e giocare al tiro al bersaglio col personale diplomatico che gioca a golf.... ma certo come sarebbe facile lanciare una granata etc etc..” ed ha scritto un rapportino dicendo no no no assolutamente non si può vivere lì.

E così le case sono rimaste vuote.

Nemmeno le affittano, perchè sono l’ambasciata e non una letting agency.

E così sono rimaste a fare il monumento allo spreco e allo sperpero ed anche io adesso faccio sgrunt tutte le volte che ci passo davanti.

Monday, October 09, 2006

ascesso

UH. e ci mancava il mal di denti.
Mi è venuto un ascesso. Sono andata dal dentista.
altro che carie. mi ci vorranno almeno tre sedute per risolvere la faccenda.
almeno è un po' meno costoso che in Italia.

però non vale...
tra l'altro mi fa un male cane..

e sono un po' triste e disappointed. uffa.

Friday, October 06, 2006

just published

This post is in english as it is an attempt to a "serious service" for my readers, which -you know- are not just italians...:)
and also it is good for me, as my english here is constantly under scrutiny, and I need to exercise as much as I can.
So, for the non-english speakers, go and look for a dictionary now!

Just published useful materials from the WB and other sources:

World Development Report 2007 (World Bank, 2006)

Beyond the Numbers: Understanding the Institutions for Monitoring Poverty Reduction Strategies (World Bank, 2006)
Includes country studies of Mali, Malawi, Niger, Tanzania, Uganda

The African Growth and Opportunity Act, Exports, and Development in Sub-Saharan Africa (World Bank, August 2006)

What is Effective Aid? How Would Donors Allocate It? (World Bank, Sept 2006)
This latter to be read together with Easterly's book a few post earlier...

Thursday, October 05, 2006

a caso

Ora sono un po’ al punto che se non mi fate le domande io mi perdo nelle 700 cose nuove che mi succedono e non so più cosa raccontare....

Che –per carità- è pure una condizione esistenziale piuttosto invidiabile a dire il vero..

Solo che poi è difficile fare i racconti ordinati.

Vado un po’ a caso:

- Il main compound delle Nazioni Unite è così grande che ci vuole più di mezz’ora ad arrivare dall’ingresso agli ultimi edifici in fondo. Nel mezzo, oltre al viale con tutte le bandiere, ci sta un immenso parco e –dio li fulmini- un numero sconsiderato di stagni artificiali...

Ma come –dico io- tu lavori all’UNEP, alla FAO o al WFP, stai lì tutto il giorno a fare la predica al resto del mondo che è cattivo perchè non dà abbastanza soldi per aiutare i poveri bambini con gli occhioni colpiti dalla siccità, e poi ti affacci alla finestra e c’hai lo stagno artificiale con le ninfee e gli innaffiatori a spruzzo per tenere il prato verde???!!!

- Mi devo trovare un appartamento: prima lo faccio e meglio è. Ho scoperto che –se possibile- trovare casa qui è quasi peggio che a Londra, dato che il raggio di “abitabilità” si estende per circa un paio di colline e punto. Anzi, a stare a sentire la sicurezza UN, c’è praticamente una sola strada dove è possibile abitare senza incorrere in pericolo gravissimo..

Forse ho trovato una casa bella nelle WestLands, ora devo capire un attimo i coinquilini però... Eh, quasi lo rimpiango, Gumtree...

- Mi dicono che un computer funzionante il giorno stesso in cui arrivi è una specie di miracolo, oggi la stampante ha dato forfait ma intanto c’è ed è già qualcosa. Mi hanno messo sulla scrivania un telefono muto. Quando ho chiesto come mai, e come mai non funzionasse, mi è stato detto che intanto cominciano a metterli e poi uno alla volta li riparano.Battendo ogni record di efficenza, efficacia ed impiego delle risorse umane, domani avrò anche un badge magnetico. Mi dicono che quest’ultimo, ottenuto in soli 4 giorni, sia un record imbattuto.

Tutti sono gentilissimi. E però tutto è lentissimo. Questo lo dico per coloro che magari hanno mandato un’application sette mesi fa ed hanno perso le speranze. Beh, coraggio, sette mesi sono nulla..

Le domande, su su dai, fatemi le domande.... :)

Tuesday, October 03, 2006

commenti please

ehi miei silenti lettori, lo so che ci siete che tanto vi vedo che google ha inventato un dispositivo malefico che serve a sapere quanti e dove mi leggono...
cheè? fate i timidi?
lasciate qualche commentino, su su...

(però astenersi mamme apprensive, che a loro gli mando le email, promesso)

Spaesamento

Velocemente, i termini dello spaesamento:

qui in ufficio sono tutti bianchi e quelli che fanno i lavori da “manovalanza” tutti neri. (il cameriere, la cuoca, la segretaria, il commercialista...)

Non solo tutti bianchi: praticamente è una piccola enclave di cittadini britannici :)

mi vengono i sensi di colpa tutte le volte che tiro lo scarico del water che se ne vanno belli belli 15 litri d’acqua per una sola pipì e invece mi rendo conto che per la stessa quantità la gente cammina mezze giornate...

non sono ancora riuscita a vedere altro che la collina delle nazioni unite, vivo alla fine di UN Crescent, e faccio la spesa al supermercato accanto all’ufficio.

Poi mi incammino a casa in mezzo a viali alberati pieni di fiori e di guardie armate.

Ho dovuto memorizzare sul cellulare i numeri di almeno 4 differenti agenzie di sicurezza, inclusa la polizia diplomatica.

Per il resto è -naturalmente- tutto bellissimo.

Monday, October 02, 2006

entusiasmo

01-10-06 19:28 PM

Allora, questo post si intitola ENTUSIASMO con tutte le maiuscole.

Le ragioni sono le seguenti:

- la casa dove sto –sebbene non sia proprio l’ideale (comunque è casa di qualcun altro) è quantomeno bella, pulita e comoda (tipo nemmeno 5 minuti a piedi dall’ufficio)

- le persone con cui lavoro sono simpatiche e carine e gentili, e mi hanno portato fuori a pranzo :) e a vedere l’ufficio.

- L’ufficio è anche in un gran bel posto e –cosa non da poco- posso andarci ogni volta che voglio anche durante i weekend o la sera o whenever (e questo lo dico per coloro che si preoccupavano tanto sul come contattarmi) e fare un po’ quello che voglio.

- Oggi giornata bellissima di sole, ancora non ho visto nulla di Nairobi, dato che siamo andati a mangiare letteralmente a due passi da dove vivo, ma proverò a rimediare il prossimo weekend e darmi un po’ a fare del turismo.

Stasera vado a letto contenta.

arrivo


01-10-06 12 AM

Nairobi è una città incredibilmente piena di alberi.

Ciò nonostante ieri, quando sono arrivata, mi sono ricordata qual’è il tratto distintivo di tutte le città africane in cui sono stata: la puzza.

Il controllo sulle emissioni dei gas di scarico delle automobili è infatti argomento assolutamente sconosciuto e dunque dalle auto esce qualsiasi cosa.

I più sembrerebbe che gli abitanti di Nairobi che possono permettersi la macchina siano molti, e dunque ho trovato un interminabile ingorgo “festivo” ad accogliermi J sulla strada di casa.

Pare che succeda spesso.

Questo è il motivo per cui i quartieri residenziali sono praticamente costruiti in mezzo alla foresta tropicale e sulle colline lontane dal centro.

(o forse la puzza ed il traffico sono solo un alibi e come al solito la vera questione è che i ricchi vogliono vivere tutti insieme raggruppati lontani dai poveri e pagare tutti insieme la polizia affinchè li “protegga”).

Sulle colline ovviamente vivo anch’io, anche se sul fronte “accommodation” ci sono stati un po’ di problemi e dunque l’appartamento che all’IRIN avevano trovato per me è stato invece affittato all’ultimo momento da un altro dipendente (che sta molto più a lungo di me e guadagna molto più di me e dunque la padrona di casa non ha avuto dubbi...)

Io sono stata così messa in una casa fichissima a pochi minuti a piedi dall’ufficio, dove i padroni di casa affittano le stanze per gli “appena arrivati” alle Nazioni Unite.

Posso stare qui per circa un mese, e nel frattempo vedremo di trovare un altro appartamento. In realtà non mi lamento, che la sistemazione è davvero super-lusso e c’è addirittura la cameriera che porta il giornale la mattina a colazione..

Solo che a vivere nella villa sulle colline non si capisce proprio nulla del posto in cui si è, e così appena capisco un po’ più dove mi trovo e come funzionano le cose mi sposto..

Anche perchè da qui quasi non sembra l’africa. Sarà che io le volte precedenti sono sempre andata a stare in posti molto meno di lusso, ma il fatto di avere la doccia fichissima, calda, con tantissima acqua sempre, da tutti i rubinetti, persino dallo scarico del water (di quest’ultima cosa, credetemi, c’è da rimanere davvero stupiti...) mi lascia davvero perplessa...

Anche perchè poi leggi il giornale e scopri che in realtà nel resto del paese c’è la siccità quella brutta da circa sei mesi, e la situazione è tale che contano circa 15 morti a settimana per conflitti sull’accesso all’acqua ed ai pascoli nelle provincie del Nord.

Insomma, non è che mi manca il pozzo con le rane :) , però l’abbondanza fa un certo effetto, quando avviene nel bel mezzo dell’assoluta scarsità—

Per il resto fuori c’è un sole stupendo, è tutto verdissimo e –come al solito- molto molto esotico. Ora mi metto la crema e me ne vado a leggere il libro in giardino.

Poi ad un certo punto mi vengono a raccattare e mi portano un po’ in giro, così poi vi racconto.