E’ un po’ presto, ma rispondo qui a coloro che si chiedevano cosa mandarmi per il mio compleanno..La risposta è che a Nairobi non c’è molto da comprare, e che –d’altra parte- in questo momento non mi serve nulla in modo particolare...
In più i pacchi si perdono, il corriere costa una follia, e –soprattutto- (e questo lo dico per non sembrare troppo affetta da un sospetto attacco di buoni sentimenti) io avrei voglia di meravigliosi vestiti estivi e costumi da bagno ma ahime mi sa che in italia e UK si trovano solo maglioni di lana al momento.. e dunque nisba..
Così ho pensato che magari, se proprio vi va di farmi un regalo, potete fare una donazione (a mio nome o vostro, come preferite) ad una delle seguenti organizzazioni.
FORWARD Foundation for Women’s Health Research and Development
(per le donazioni basta andare sul sito e seguire il link “donate” e poi usare la carta di credito) Le donazioni a questa organizzazione finanziano una campagna e dei progetti contro le Mutilazioni Genitali Femminili.
AIDOS Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo
Versamento sul conto corrente postale n. 76622000, intestato a: AIDOS, Via dei Giubbonari, 30, 00186, Roma.
Qui potete scegliere tra due progetti (a seconda di quale scegliete, quella è la causale del versamento)
1) Fondo per il diritto allo studio di bambine e ragazze dei Bastee (Slum) di Kolkata
2) Manuale di formazione per promuovere l'abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili
Le Mutilazioni Genitali Femminili (dal sito di Amnesty italia)
Sono almeno 135 milioni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le ragazze e le bambine che hanno subito mutilazioni sessuali e ogni anno se ne aggiungono altri due milioni. Le MGF sono praticate soprattutto in Africa e in alcuni paesi del Medio Oriente (Egitto, Yemen Emirati Arabi). Vi sono anche casi di mutilazioni in alcune parti dell’Asia, nelle Americhe e in Europa - compresa l’Italia - all’interno delle comunità di immigrati.
Cosa sono
Esistono tre tipi di mutilazioni genitali: la clitoridectomia in cui viene tolta tutta, o parte della clitoride; l’escissione che consiste nella asportazione della clitoride e delle piccole labbra; l’infibulazione, la forma estrema, che prevede oltre alla clitoridectomia e all’escissione, anche il raschiamento delle grandi labbra che sono poi fatte aderire e tenute assieme, così che, una volta cicatrizzate, ricoprano completamente l’apertura della vagina, a parte un piccolo orifizio che servirà a far defluire l’urina e il sangue mestruale.
Il tipo di mutilazione, l’età delle vittime e le modalità dipendono da molti fattori tra cui il gruppo etnico di appartenenza, il paese e la zona (rurale o urbana) in cui le ragazze vivono. Nel Tigrai la mutilazione viene praticata sette giorni dopo la nascita, in altre zone alla prima gravidanza, ma nella maggior parte dei casi l’età è compresa tra i quattro e gli otto anni.
Perchè
I motivi che portano a praticare le mutilazioni sessuali possono suddividersi in cinque gruppi.
Identità culturale: in alcune società, la mutilazione stabilisce chi fa parte del gruppo sociale e la sua pratica viene mantenuta per salvaguardare l’identità culturale del gruppo.
Identità sessuale: la mutilazione viene ritenuta necessaria perché una ragazza diventi una donna completa. La rimozione della clitoride e delle piccole labbra - "parte maschile" del corpo della donna - sono indispensabili per esaltare la femminilità, spesso sinonimo di docilità ed obbedienza.
Controllo della sessualità: in molte società vi è la convinzione che le mutilazioni riducano il desiderio della donna per il sesso, riducendo quindi il rischio di rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Non si ritiene possibile che una donna non mutilata si mantenga fedele per propria scelta. Nella pratica, le mutilazioni sessuali riducono la sensibilità, ma non il desiderio, che dipende dalla psiche.
Credenze sull’igiene, estetica e salute: le ragioni igieniche portano a ritenere che i genitali femminili esterni siano "sporchi". In alcune culture si pensa che i genitali possano continuare a crescere fino ad arrivare a "pendere" tra le gambe, se la clitoride non viene recisa. Alcuni gruppi credono che il contatto della clitoride con il pene di un uomo ne causerebbe la morte; altri che se la clitoride toccasse la testa del neonato, durante il parto, esso morirebbe.
Religione: la pratica delle mutilazioni genitali femminili è antecedente all’Islam e la maggior parte dei musulmani non la usano. Tuttavia nel corso dei secoli questa consuetudine ha acquisito una dimensione religiosa e le popolazioni di fede islamica che la applicano adducono come motivo la religione. Il Corano non parla delle mutilazioni, esistono solo alcuni hadith (detti attribuiti al Profeta) che ne fanno cenno. In un di essi si racconta che Maometto vedendo praticare una escissione abbia detto alla donna che la praticava: "Quando incidi non esagerare, così facendo il suo viso sarà splendente e il marito sarà estasiato". A conti fatti le mutilazione genitali vengono praticate anche da cattolici, protestanti, animisti, copti e falasha (ebrei etiopi) nei vari paesi interessati.
Cosa si può fare (aggiungo io)
Come avrete capito la questione è complicata. D’altronde la barbarie e la violenza mascherata da tradizione culturale non ha alcun senso e non deve essere scusata. Le cose da fare purtroppo non sono molte. Credo che l’educazione sia una risposta. Educare (nel senso di mandare a scuola) le donne è sempre una buona idea nel mondo.
E’ stato studiato che le donne istruite, anche solo per un paio di anni più delle loro coetanee, fanno meno figli, li allevano e li nutrono meglio (tassi di mortalità infantile e malnutrizione inferiori nei bambini figli di questo gruppo, controllando per reddito), hanno più possibilità di non contrarre l’Aids, di non venir violentate dai mariti, di mandare a loro volta a scuola i figli e le figlie etc etc....
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